L'ECONOMIA DELL'EMILIA-ROMAGNA. REPORT ANNUALE 2025
Il quadro di sintesi
Nel 2024 l'attività economica in Emilia-Romagna è rimasta debole, condizionata da un contesto globale caratterizzato da elevata incertezza e dall'andamento sfavorevole delle principali economie europee. Le dinamiche si sono mostrate eterogenee tra i settori: alla moderata crescita delle costruzioni e dei servizi si è contrapposta una nuova flessione nell'industria, dopo il significativo contributo fornito al valore aggiunto nella media degli ultimi due decenni.
Le imprese
La produzione agricola è tornata a crescere dopo la forte contrazione registrata nel 2023, su cui avevano inciso anche le alluvioni che avevano colpito diversi territori della regione. Nell'industria la produzione e il fatturato hanno segnato una flessione, frenati dalla debolezza della domanda globale, che si è riflessa in una contrazione delle esportazioni. Il calo dell'attività è stato diffuso tra i comparti della manifattura - settore di specializzazione anche di diverse aree interne regionali - specialmente fra quelli di maggiore rilievo, come la meccanica e i mezzi di trasporto. Sebbene in rallentamento, lo scorso anno è proseguita l'espansione nelle costruzioni; una dinamica più favorevole ha interessato le imprese di maggiori dimensioni, che hanno beneficiato dei lavori connessi con la realizzazione di opere pubbliche previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nel terziario l'attività è ancora moderatamente cresciuta, sostenuta soprattutto dai servizi legati al turismo.
Il mercato del lavoro
Lo scorso anno gli occupati in regione sono ancora aumentati, sebbene con un'intensità inferiore alla media del Paese, superando per la prima volta i livelli occupazionali antecedenti la pandemia; vi ha contribuito in modo esclusivo la componente maschile. Il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, attestandosi su valori contenuti nel confronto storico. Il saldo tra assunzioni e cessazioni di posizioni di lavoro dipendente è risultato positivo ma inferiore a quello dell'anno precedente; le attivazioni nette hanno rallentato, soprattutto nell'industria, e hanno riguardato prevalentemente i contratti a tempo indeterminato.